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Riforma europea copyright: cosa cambierà sul web.

Riforma europea copyright: cosa cambierà sul web.

È stata definita una delle più grandi mobilitazioni cittadine degli ultimi anni su un tema digitale: la riforma europea sul copyright ha diviso utenti, attivisti, esperti del web e politici su scala internazionale.
Ma cos’è successo, concretamente, nei giorni scorsi?

Il 26 marzo 2019 è stata approvata la nuova direttiva europea sul copyright, che stabilisce cosa si può pubblicare su Internet, filtrando preventivamente tutti i contenuti che s’intende postare. Ovviamente la decisione del Parlamento europeo ha generato dibattito pubblico attorno alla questione, perché comporta (o potrebbe farlo) importanti cambiamenti sul diritto d’autore e sulla censura dei post sui Social.
L’obiettivo, infatti, è quello di riportare un ideale ordine all’interno del web, dove negli ultimi anni sono state aggirate nei modi più disparati le leggi già esistenti, e ovviare all’alta percentuale di contenuti informativi (superiore al 50%) pubblicati gratuitamente.
Il fenomeno “copia-incolla” e degli screenshot di articoli e immagini, infatti, è proprio il motivo che ha scaturito la necessità di una nuova riforma sul copyright: l’ultima risaliva al 2000, quando diffusione e potenzialità del web erano di gran lunga inferiori rispetto a quelle attuali.

Sostanzialmente la riforma europea sul copyright appena approvata prevede che i grandi nomi della rete paghino delle royalty per condividere sulle proprie piattaforme contenuti soggetti allo stesso copyright. Tutto ciò, finora, avviene gratuitamente e questo genera automaticamente grandissimo traffico e, di pari passo, un ritorno concreto in termini di pubblicità, soprattutto sui Social e Facebook in particolare.

Ma in che modo quanto deciso impatterà sugli utenti comuni?
Un problema che si potrebbe verificare riguarda le limitazioni ad accedere alle informazioni e ad agire liberamente. Di conseguenza si potrebbe innescare un meccanismo ambivalente per cui proteggere maggiormente il copyright valutando l’attendibilità delle fonti non significherà proteggersi dalle fake news, bensì ridurre i punti di vista a disposizione, affidandoli ai grandi editori già conosciuti.
Meme, GIF, satira  e contenuti di questo tipo verranno salvati dalla “gogna” qualora abbiano il solo scopo di citazione: sarà quindi possibile continuare scambiarsi materiale, anche didattico e scientifico, senza essere colpevoli di alcuna infrazione. Qui, però, nasce la controversia: da un lato la mole di dati e contenuti caricati ogni ora sul web risulta praticamente impossibile da controllare in maniera analitica e gli algoritmi, incapaci di comprendere determinate dinamiche, non sono del tutto affidabili. Dall’altro, per evitare eventuali problemi e sanzioni, le piattaforme impediranno già in partenza l’upload agli utenti: video, foto, storie saranno bloccati ancora prima di essere postati. Un po’come avviene già ora quando si pubblicano puntate di serie TV o canzoni coperte da copyright, in futuro si potrebbe assistere a una rimozione ancora più rapida.

Riforma europea sul copyright: la questione etica e le possibili implicazioni

Come anticipato, la riforma europea sul copyright nasce per risolvere il problema dei Social relativo al meccanismo incontrollato di copia/incolla che prevale sul concetto di giusto/sbagliato. La questione, quindi, si concentra anche sull’eticità del Social-engagement: in un periodo storico in cui “l’urgenza” di essere visibili supera il rispetto della legge, si è ritenuto quanto mai necessario inasprire le regole in materia di diritto d’autore.
La nuova normativa, però, non tiene conto di alcune peculiarità degli stessi Social, ovvero quanto pubblicato diventi proprietà delle piattaforme e che queste non siano testate registrate, quindi non responsabili per i contenuti scritti.
Non da meno ogni Stato avrà piena libertà decisionale rispetto a forma e mezzi da utilizzare per applicarla; ciò vuol dire che nei 27 Stati europei aderenti si potrebbero avere 27 regolamenti e sistemi sanzionatori diversi, con tutte le conseguenze del caso.

Occorreranno almeno un paio d’anni prima che i la riforma europea sul copyright diventi operativa a tutti gli effetti, ma è importante da subito capire come questa novità prenderà forma concretamente nella quotidianità: che ne sarà, ad esempio, di artisti e autori presenti sul web?
Nella direttiva si parla di “titolari dei diritti d’autore”, i quali non sempre coincidono con l’autore dell’opera, che cede i diritti delle proprie opere in cambio di un compenso. A questo punto sono le case editrici e discografiche e altre società come la SIAE o testate giornalistiche a detenere i diritti ed è evidente che la riforma servirà più a tutelare questo tipo di soggetti.
Dopo quasi tre anni di dibattito, editori e giornalisti di tutta Europa, a differenza dell’opinione pubblica, “festeggiano” questo traguardo: l’articolo 11, infatti, prevede che possano negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei contenuti, mettendo a dura prova realtà come quella di Google News oppure Microsoft News, per citarne alcune.

La condivisione dei contenuti dopo la nuova riforma europea sul copyright

In poche parole l’attività di copia/incolla diventerà sempre più difficile.
Ma cosa accadrà a colossi come Dropbox o Wikipedia?
Teoricamente nulla: le piattaforme che permettono di caricare e scaricare file di ogni tipo a scopo personale sono esonerati dalla direttiva, ma è evidente che gli utenti potranno condividere pubblicamente il link a una propria cartella dei propri contenuti, diffondendo così illegalmente materiale coperto da copyright.

La normativa risulta tanto ambiziosa quanto imprecisa: da una parte intende controllare in maniera infallibile i contenuti protetti da diritti d’autore caricati sul web, dall’altra non tiene conto della difficoltà nel realizzare un sistema di controllo come quello presentato.
La discussione degli articoli 11 e 13 (diventati nel testo finale 15 e 17) riguarda tematiche complesse e in questo momento non è certo possibile stabilirne i risvolti pratici. Sta di fatto che in pochissime ore è diventata la causa principale della diffusione di critiche accese e fake news.

Nel prossimo futuro, in ultima analisi, risulta fondamentale affidarsi a realtà con esperienza per la gestione dei propri canali di comunicazione online: un’agenzia di comunicazione evoluta come Dexa, formata da un team di esperti costantemente impegnati nella creazione di contenuti originali, è il partner perfetto per gestire i possibili risvolti di questa nuova riforma sul copyright e affiancare il cliente nella risoluzione di eventuali problemi o dubbi dovuti all’introduzione della direttiva.

 

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